L'iniziativa nasce dal dibattito che si è sviluppato da tempo all'interno dell'UAAR
sull'opportunità di affrontare sul piano legislativo il problema di quelle donne che, sulla base di una interpretazione particolare del Corano (legata a culture strettamente locali) scelgono di portare il velo integrale che ne nasconde completamente volto e identità.
La convinzione che la copertura del volto non sia mai una libera scelta porta
alcuni a ritenere che l'unico modo per aiutare le donne a sottrarsi a questa tradizione
sia un divieto imposto dalla legge.
Ma la convinzione che le modificazioni della cultura debbano avvenire nella
libertà e nel confronto porta altri a ritenere che il divieto allontani e separi, acuendo
rivendicazioni identitarie.
Nello sviluppo di questa discussione ci si è resi conto che alcuni problemi più di
altri mettono alla prova il concetto di laicità, e che la questione del velo integrale sia
uno di questi concetti-limite su cui vale la pena di esercitare riflessione e pensiero
critico.
La necessità di una più approfondita conoscenza delle culture islamiche e delle
loro modificazioni nel contatto con la cultura europea ci spinge a cercare l'incontro con
studiosi dell'Islam e dei fenomeni culturali legati all'immigrazione.