Spazio del sole e della luna
Via U. Dini 7 – 20141 Milano
(tram 3 e 15; MM2-capolinea piazza Abbiategrasso)
Proiezione di due video
Modera
Cesare Grampa, direttore del Centro di Cultura Giancarlo Puecher
Intervengono
Claudio Gallonet, docente di Lettere, studioso di storia
Antifascisti e partigiani da Milano a Fossoli
Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di Noi siamo Chiesa
La figura di Carlo Bianchi
Carla Bianchi Iacono, figlia di Carlo Bianchi
Le lettere di Carlo Bianchi da Fossoli ai familiari
Gli iscritti e le iscritte alla Associazione Amici della Consulta Milanese per la Laicità delle Istituzioni sono chiamati all'assemblea ordinaria 2014.
Sarà nostra ospite speciale e interverrà sui temi della laicità,
Benedetta è l'avvocata che ha difeso, insieme a Marilisa d’Amico, il reclamo collettivo al comitato europeo sulla mancata applicazione della 194; in questa occasione spiegherà le conseguenze delle decisioni del comitato e le verrà donata la tessera onoraria della nostra Associazione.
A seguire, a grande richiesta:
QUESTO L'APPELLO REALIZZATO DA NON UNO DI MENO anche per ricordare che martedì 28/01/2014 si terrà l'Udienza del TAR in merito al ricorso presentato da due genitori che si sono visti rifiutare la loro richiesta di poter accedere al Buono Scuola in quanto le loro figlie sono iscritte ad una scuola statale.
La Giunta regionale della Lombardia nel dare attuazione all’art. 8 della Legge Regionale n. 19 del 2007 ha instaurato una palese ed ingiustificata disparità di trattamento tra gli studenti delle scuole statali e quelli delle scuole paritarie private, riservando solo a questi ultimi l’accessibilità ai Buoni Scuola (rinominati "Dote per la libertà di scelta").
Le successive delibere delle Giunte regionali lombarde hanno dato effetto a tale inaccettabile, grave ed ingiustificata discriminazione a danno di tutte le famiglie che hanno iscritto o iscrivono i propri figli alla scuola statale, cioè della larghissima maggioranza degli studenti della Lombardia.
I principi fondamentali della materia dettati dalla Legge n.62/2000 e dagli Artt. 33 e 34 della Costituzione, nonché dal principio di uguaglianza sancito dall’Art. 3 della Costituzione, inducono a ritenere che è vietato ad ogni Amministrazione di attribuire "Buoni e contributi" in maniera discriminatoria, violando l’uguaglianza di trattamento tra studenti delle scuole statali e studenti delle scuole paritarie private.
Tale disparità di trattamento risulta ancora più palese se si confronta l’entità del Buono Scuola - da 450 a 900 euro - e l’entità del sostegno al reddito - questo sì aperto anche agli studenti delle scuole statali - che va da un minino di 60 ad un massimo di 290.
La discriminazione è poi ulteriormente aggravata dalla disparità tra il sistema con cui si calcola il diritto al sostegno al reddito, cioè l’indicatore ISEE - comprensivo delle proprietà mobiliari ed immobiliari - e l’indicatore reddituale previsto invece per il Buono Scuola che non è comprensivo di tal proprietà mobiliari ed immobiliari, come stabilito dalla Giunta Regionale n. IX/2980 dell’8 febbraio 2012 che si fonda su "parametri di calcolo migliorativi" rispetto a quelli previsti dall’ISEE nazionale.
Per tutte queste ragioni i sottoscritti firmatari del presente APPELLO ritengono che questa illegittima discriminazione nei confronti del 90% degli studenti che frequentano le scuole statali lombarde debba cessare al più presto e chiedono quindi l’abrogazione della "Dote per la libertà di scelta".
Nello stesso spirito essi non solo condividono ma sostengono pienamente le ragioni di chi ha sollevato la questione di INCOSTITUZIONALITÀ dei Buoni Scuola, a partire dalle due Delibere della Giunta Regionale del gennaio del 2013.
Gentili tutte e tutti,
dopo la vicenda del Rapporto Estrela, anche in Europa registriamo la prevaricazione da parte di una visione di tipo confessionale, contraria alla pari dignità e libertà di espressione; l’Associazione Amici della Consulta, Vi chiede di porre la laicità al centro dell’attività politica anche del Parlamento Europeo e di procedere all’adozione del Rapporto Lunacek nella prossima Plenaria della settimana del 2 febbraio 2014.
Il Rapporto Lunacek va approvato così come deliberato a grande maggioranza dalla Commissione sulle Libertà Civili, Giustizia e Affari Interni il 17 dicembre 2013 (40 voti favorevoli, tra i quali quelli di Niccolò Rinaldi, Gianni Pittella, Sonia Alfano, Gianni Vattimo, 2 contrari e 6 astenuti); riteniamo di fondamentale importanza il voto delle deputate e dei deputati eletti nei collegi italiani, che conoscono la situazione delle persone LGBT nel nostro Paese.
Tra le altre raccomandazioni, peraltro non vincolanti per gli Stati Membri, il Rapporto dichiara che il riconoscimento del diritto di vivere senza discriminazioni non rappresenta la protezione di un interesse di parte ma di un diritto umano.
Richiede un piano di azione per combattere l’omofobia e la transfobia, analogamente a quanto realizzato in caso di discriminazione sulla base del genere, della disabilità e dell’origine etnica. Ad esempio, raccomanda l’implementazione della Direttiva 2000/78 anche per i lavoratori e le lavoratrici LGBT, richiede al Consiglio di aggiornare la Decisione Quadro sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale, punendo anche l’incitazione all’odio ed alla violenza contro le persone LGBT, propone di facilitare lo scambio tra Stati Membri di buone pratiche nel campo dell’educazione.
Leggiamo invece che dalle destre e da fonti confessionali il Rapporto viene attaccato come “un altro tentativo dei gruppi estremisti radicali dopo il Rapporto Estrela”.
Il nostro Paese in particolare ha bisogno del supporto e del contributo dell’Unione Europea per concretizzare il valore della laicità anche attraverso il progresso nei diritti delle persone LGBT.
Facciamo appello anche a Voi affinchè non si allarghi in modo irreversibile la ferita alla laicità aperta con la mancata adozione del Rapporto Estrela.
Insieme ad altre associazioni che da anni si impegnano con serietà e professionalità, nonostante i pochi mezzi, a garantire che le giovani e le donne vivano in condizioni di parità, siano libere di scegliere ed abbiano accesso a servizi di qualità, a prescindere dallo status sociale, dall'età, dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere, dall'origine etnica, dalla disabilità, dalla religione o dalle convinzioni individuali, gli Amici della Consulta Milanese hanno scritto a più riprese (20 novembre e 6 dicembre) al Parlamento Europeo per chiedere di approvare il documento, almeno nella versione del 3 dicembre 2013, che ha l’obiettivo di difendere la salute delle donne europee (e delle persone LGBT), sollecitando gli Stati Membri ad implementare una legislazione che garantisca:
Il rigetto del 22 ottobre 2013 dimostra che assistiamo ad una vera e propria guerra, il cui terreno di scontro è il corpo delle donne; allo scopo di boicottare il principio della parità di genere, uno dei principi fondativi dell’Unione Europea, i movimenti cosiddetti pro-vita si mobilitano per negare il diritto all’autodeterminazione delle donne relegandole all’esclusivo ruolo di cura all’interno della famiglia: una famiglia rigidamente eterosessuale e patriarcale.
La modifica del Rapporto, con l’eliminazione delle parti relative all’accesso alla PMA anche per le donne single e le lesbiche nonché delle parti relative all’integrità fisica delle persone transessuali, ci costringe ad assistere alla negazione del principio di laicità che dovrebbe essere alla base delle Istituzioni dell’Unione.
Il prossimo passo, quello decisivo, è la plenaria in Parlamento, prevista per il 10 dicembre 2013 dalle 11:30 alle 12.